Année 2002-2003 : 27 mai 2003

Il favoloso viaggio di Marco Polo,

par Lina Bonnet

 

Nota :

Lina Bonnet ha voluto colla sua relazione farsi che tutti gli aderenti dell’Acorfi, compresi i francesi che stanno imparando l’italiano, la possano capire. fermandosi ogni tanto per dare spiegazioni. Per cui l’uso che fece di frasi brevi e di parole molto semplici. Questo resoconto prova a rispecchiare il suo discorso.

 

Remarque :

Dans son exposé Lina Bonnet a fait en sorte que tous les adhérents de l’Acorfi, y compris les français apprenant l’italien, puissent la comprendre, et s’arrêtait de temps à autre pour fournir des explications. Il en résulte des phrases brèves et des mots très simples. Ce compte rendu essaye de refléter son expression.


Il duecento è un gran secolo d’internazionalismo per l’Italia. Lunga è la storia di questo secolo per le diverse città italiane potenti, ricche - Genova è rivale di Venezia.I commercianti genovesi e veneziani li troviamo sul Mare Nero, vendono grano, pesci salati, cuoio, pellicce; importano seta e le spezie provenienti della Cina. Sono abili, si fanno favolose ricchezze.La numerosa famiglia dei Polo aveva origini slave, di Selenico, in Dalmazia. Si stabiliscono a Venezia, città ricca, regina sull’Adratico. I Polo dunque fondono una dinastia importante di commercianti ricchi. Tra di loro hanno una grande solidarietà familiare. È Polo, il maggiore, che organizza il primo viaggio dei suoi due fratelli Nicolò (padre di Marco) e Matteo. È lui che dunque prepara loro una spedizione lontana. Avevan ben capito l’importanza lucrativa del commercio che potevano trovare nei lontani paesi dell’Est (Mongolia, Asia Occidentale, Persia, Turkestan). Avidi di ricchezze, curiosi, partono dunque da Venezia per l’Oriente - Siamo nel 1250 - Arrivano a Costantinopoli, vendono le loro merci, una produzione alimentare importante : grano, vino, olio - e in cambio ricevono numerose pietre preziose e gioielli, tutta roba facile da trasportare. Pensano che la gente dell’Est si interesserà molto per questa mercanzia. Si dirigono verso la Crimea, il confluente del Volga e del Kerma, vanno a Bukhara.I mongoli del Karakorum invadono la Cina, parte dell’Asia Centrale e dell’Asia minore. Sono regioni e territori che hanno civilizzazioni, religioni, costumi differentissimi. Non ci sono in questa epoca carte geografiche, itinerari, frontiere. Vi regna una pace relativa. Le terre e i porti sono abbastanza sicuri. Ci sono dunque scambi di beni, di merci. La lingua che usano i commercianti, necessaria, è il persiano. In questa epoca numerose sono le persone che sono già andate in questi territori : soldati, mercanti, religiosi. Hanno certamente contribuito a creare uno scambio lucrativo di civilizzazioni, ma non hanno lasciato ne trasmesso nessun scritto, nessun resoconto.

I due coraggiosi fratelli si dirigono verso Pechino (Cambalig), capitale imperiale del capo Koubilai, fondatore della dinastia mongola. Sono accolti molto bene dal Gran Khan. Il potente Sire dei Tartari li accoglie e gli ospita in maniera mirabile : chiede loro mille cose, s’interessa, vuol sapere come si vive in Europa, negli diversi stati, sull’amministrazione della giustizia, delle strategie militari. Sono stimati e onorati.

Restano dunque numerosi anni, poi ritornano, partono per Venezia nel 1269. Il gran Khan da a loro un messaggio per il Doge di Venezia e per il Papa. Il loro viaggio di ritorno è lungo, diverso dell’andata : monti, tribù, fiumi, rischi. Passano per l’Asia Centrale. Giunti a Roma, ricevono la notizia che il Papa è morto. Devono quindi aspettare che ne sia eletto un altro per consegnare il messaggio : Il Gran Khan chiede al Papa di inviare nelle sue terre numerosi missionari eruditi per cristianizzare i mongoli. Lasciano Roma per Venezia dove restano due anni. Per la prima volta dunque dopo una lunga assenza Marco conosce suo Padre. La madre è morta. Siamo nel 1265. Marco ha quindici anni.

Le scoperte delle ricchezze che hanno trovato nel lontano Oriente (seta, avorio, pepe, salgemma, spezie) li spingono a ritornare in Cina. Partono e portano con loro Marco. Penetrano nell’Asia passando per l’Anatolia, l’Armenia, la Persia, il deserto del Gobi, e infine la Cina. Il viaggio sarà lungo - piogge, fiumi, una vera odissea : ci vuole tanto tempo per attraversare l’Asia. La strada della seta è pericolosa, frequentata da briganti, spie, guerrieri; nessun europeo era passato di là.

Una parentesi : parliamo della seta, tessuto pregiato che la Cina esporta da 3.000 anni. Solo loro sapevano realizzarla, era un segreto. Nessuno poteva dunque portar via i bacchi. C’era la pena di morte. Fu certamente un mercante che riuscì a nascondere e portare in Occidente le preziosi uova.

Finalmente arrivano alla ricchissima, sfarzosa Corte del Karbilai a Pechino. Sono accolti molto bene dal Gran Khan. È un uomo aperto, intelligente, che governa con molta saggezza l’immensa Cina. Si affeziona subito a Marco. Matteo e Nicolò si interessano soprattutto agli affari - compere, vendite - Marco vive invece alla Corte del Sovrano, ricchissima grazie alle rendite e tasse che riceve dalla Cina del Sud. Marco accompagna il Sovrano nelle sue proprietà lussuose, è stimato e apprezzato dall’imperatore e diventa un suo consigliere.

Marco è molto intelligente, impara facilmente le diverse lingue. Parla e scrive senza difficoltà il Turco, il Persiano. Accetta di governare alcune province. Fa ispezioni, compie missioni diplomatiche in Birmania, in India, firma dei trattati. E nominato Consigliere e Commissario privato imperiale. Durante 24 anni percorre la Cina in tutti i sensi, ne descriverà le numerose città, i palazzi, i ponti, i costumi, i monasteri.

Col tempo i tre veneziani sentono la nostalgia del loro paese, della loro laguna, e vogliono pure soprattutto occuparsi delle ricchezze accumulate. Il Gran Khan li autorizza a partire, a rientrare. Chiede loro di scortare une Principessa destinata ad essere sposa di un Re della Persia. Il ritorno non fu pure facile. Attraversano l’Asia meridionale, arrivano ai mari del Sud, le coste della Cina, Sumatra, le coste meridionali dell’Indocina, della Malesia, di Sumatra, dell’India, dell’Iran. Passano per la Persia, l’Armenia e l’Anatolia. Arrivano finalmente a Venezia nel 1295. Marco deve avere allora 40 anni.

In questi tempi Genova è une Repubblica dominante, città rivale della Serenissima Venezia. È un porto molto importante. Ed è proprio in quel periodo che le due città sono in guerra, concorrenti, rivali marittime. L’otto aprile 1298 succede uno scontro a Curzola; Marco comanda una nave di sua proprietà e viene fatto prigioniero dai Genovesi.

Resta in prigione per tre anni. Pero è stimato per il suo coraggio, la sua bravura, e ha un regime poco severo. Lo lasciano assai libero : può parlare alle gente, ai liguri che vogliono conoscerlo, curiosi di sentirlo parlare e raccontare le meraviglie dell’Oriente.

Marco non è molto alto, ha la barba, il viso è volontario e abbronzato. Nella cellula simpatizza e parla della sua vita avventurosa allo scrittore di Pisa Rustichello (pure in prigione a Genova). É un uomo modesto, ma che sa scrivere, e insieme si mettono a raccontare e a scrivere la lunga e interessante storia di Marco. Nasce così “le divisement du monde ou le Livre des Merveilles”, il Milione, scritto in lingua d’oil (in francese), lingua usata a quell’epoca poiché la lingua italiana non era ancora nata.

Descrizione geografica, storica, etnografica, politica, scientifica dell’Asia del Medio Evo : l’esploratore di terre sconosciute in questo immenso continente racconta e parla dei paesi, degli abitanti, delle religioni, delle città, delle ricchezze, dei costumi, degli stipendi, parla delle “pietra nera” tolta dal sottosuolo e che bruciava meglio e più a lungo della legna, della fontana da cui zampillava olio invece di acqua. Apprezzato pure dai missionari, è per loro una favorevole propaganda religiosa. Quando si scopri la stampa questo celebre racconto - il Milione - fu tradotto in tutte le lingue. Poco a poco i commercianti ripresero gli itinerari descritti, raccontati dal Polo. Tali descrizioni importanti contribuirono pure all’opera di navigatori, come Cristoforo Colombo che scopri l’America.

Uscito dal carcere, dalla prigione genovese, Marco Polo vive onorato nella tranquillità familiare. Sua moglie Donata, gli da tre figlie, Fantina, Bellela e Moretta. Muore a 69 anni come un degno, riservato cristiano; Da una parte delle sue ricchezze agli ospedali. Viene sepolto nella chiesa di San Lorenzo, ma col tempo hanno fatto lavori, e le spoglie si sono perse.

Marco Polo fu venerato dai cinesi, dai giapponesi che han detto di lui :”Marco Polo è il più grande e importante viaggiatore di tutti i tempi, di tutti i paesi”. Il Milione fu tradotto nei dialetti, in latino, in tutte le lingue, si sono fatti numerosi film. É un documento fondamentale dell’Oriente Medievale, ossia della mentalità mercantile italiana verso la fine del duecento.

Ci sono tre parti nel libro : l’andata per l’Asia Minore e l’Asia Centrale, il soggiorno nell’impero mongolo, il viaggio di ritorno per i mari del Sud e l’India.

In fine si può dire che Marco Polo è il più importante esploratore e geografo del Medio Evo occidentale. Grazie a Marco Polo, alla sua esperienza, al suo buon senso, alla sua onestà, abbiamo potuto conoscere questo interessantissimo mondo allora totalmente sconosciuto.

 

©ACORFI